domenica 13 ottobre 2013

Cold as Blood

New Moskow, Dicembre 2491

Non siete niente!
La voce dell'Istruttore tuona per buona parte del campo di addestramento militare.
Ci sono decine di giovani reclute: i vecchi hanno massimo vent'anni, i giovani sedici anni.
Decine di giovani reclute che corrono per ore al giorno sullo sterrato gelato e sotto il nevischio.
Nullità! Parassiti! Figli bastardi di puttane!
Qualcuno crolla a terra per rialzarsi, altri non si rialzano.
Chi si ferma ad aiutare quelli caduti a terra vengono spediti nelle miniere di argento per le settimane a seguire.
Vedere un ragazzino nero a Koroleva è come vedere un musogiallo a Spartaca.
Ce ne sono quattro in tutto, di ragazzini di colore, in quell'ammasso di carne da macello.
E' quello più magro e bassetto che cade per primo, tra tutti i suoi simili. Ansima a terra incapace di tornare in piedi da solo.
Boris Ivanovich, hai deciso di crepare?! O forse stai pensando di andartene e mollare, ah? E allora fallo, che aspetti. Fallo e resterai solo il figlio bastardo di una puttana e di un negro. 
Il ragazzino non ce la fa a rimettersi in piedi sulle proprie gambe. Non ce la fa a rispondere.
Non sono molti gli Ufficiali che controllano l'addestramento delle giovani truppe: inutile spettacolo di animali che crepano nelle arene. Vladimir Krushenko è immobile ad una delle estremità della pista sterrata e disseminata di buche: una figura dall'aspetto marziale, con spalle rigide e le mani chiuse davanti al petto; occhi che restano a fissare il ragazzetto nero disteso a terra. Non prova pietà o compassione, e neppure sembra godere dello spettacolo; ma osserva i movimenti convulsi di quel giovane in particolare. Meno di un'ora, accogliendo il saluto militare dell'Istruttore con un cenno del capo e poi lasciando libera quella porzione di pista.

Il ragazzino nero resta a terra sul ghiaccio per tutta la notte.
Il giorno successivo verrà spedito nella miniera d'argento di New Moskow per i sei giorni a seguire.