New Moskow, Dicembre 2491
Non siete niente!
La voce dell'Istruttore tuona per buona parte del campo di addestramento militare.
Ci sono decine di giovani reclute: i vecchi hanno massimo vent'anni, i giovani sedici anni.
Decine di giovani reclute che corrono per ore al giorno sullo sterrato gelato e sotto il nevischio.
Nullità! Parassiti! Figli bastardi di puttane!
Qualcuno crolla a terra per rialzarsi, altri non si rialzano.
Chi si ferma ad aiutare quelli caduti a terra vengono spediti nelle miniere di argento per le settimane a seguire.
Vedere un ragazzino nero a Koroleva è come vedere un musogiallo a Spartaca.
Ce ne sono quattro in tutto, di ragazzini di colore, in quell'ammasso di carne da macello.
E' quello più magro e bassetto che cade per primo, tra tutti i suoi simili. Ansima a terra incapace di tornare in piedi da solo.
Boris Ivanovich, hai deciso di crepare?! O forse stai pensando di andartene e mollare, ah? E allora fallo, che aspetti. Fallo e resterai solo il figlio bastardo di una puttana e di un negro.
Il ragazzino non ce la fa a rimettersi in piedi sulle proprie gambe. Non ce la fa a rispondere.
Non sono molti gli Ufficiali che controllano l'addestramento delle giovani truppe: inutile spettacolo di animali che crepano nelle arene. Vladimir Krushenko è immobile ad una delle estremità della pista sterrata e disseminata di buche: una figura dall'aspetto marziale, con spalle rigide e le mani chiuse davanti al petto; occhi che restano a fissare il ragazzetto nero disteso a terra. Non prova pietà o compassione, e neppure sembra godere dello spettacolo; ma osserva i movimenti convulsi di quel giovane in particolare. Meno di un'ora, accogliendo il saluto militare dell'Istruttore con un cenno del capo e poi lasciando libera quella porzione di pista.
Non sono molti gli Ufficiali che controllano l'addestramento delle giovani truppe: inutile spettacolo di animali che crepano nelle arene. Vladimir Krushenko è immobile ad una delle estremità della pista sterrata e disseminata di buche: una figura dall'aspetto marziale, con spalle rigide e le mani chiuse davanti al petto; occhi che restano a fissare il ragazzetto nero disteso a terra. Non prova pietà o compassione, e neppure sembra godere dello spettacolo; ma osserva i movimenti convulsi di quel giovane in particolare. Meno di un'ora, accogliendo il saluto militare dell'Istruttore con un cenno del capo e poi lasciando libera quella porzione di pista.
Il ragazzino nero resta a terra sul ghiaccio per tutta la notte.
Il giorno successivo verrà spedito nella miniera d'argento di New Moskow per i sei giorni a seguire.
Il giorno successivo verrà spedito nella miniera d'argento di New Moskow per i sei giorni a seguire.