lunedì 27 gennaio 2014

ATAS

Timisoara, Gennaio 2516

Sarah consegna una busta di carta sigillata al suo Capitano, non appena rientra nella nave.
Un tipo strano che sembrava conoscerti. Mi ha detto solo di fartelo avere.
La ragazza è curiosa. Ma il korolevita si ritira senza nessuna spiegazione all'interno della propria cabina.
All'interno un bracciale di ferraglia lucida, un cilindretto nero ed una pila di documenti scritti nella lingua di Koroleva.


Agente VV,
come agente anziano dell'Intelligence attualmente ancora in servizio, preso atto delle sue capacità analitiche e di comando sul campo, il Governo le fornirà uno strumento che troverà sicuramente interessante. In allegato a questo messaggio troverà un bracciale metallico, delle lenti a contatto ed un modulo di istruzioni. Ha l'obbligo ed il dovere di badare alla strumentazione che le abbiamo fornito, estremamente costoso e frutto di anni di lavoro, e di imparare a memoria tutto quello che c'è scritto nel modulo. Poi la documentazione e questo messaggio dovranno essere distrutti definitivamente.
Per la Gloria di Koroleva.
VK

giovedì 23 gennaio 2014

Family affairs

Sunset Tower, Gennaio 2516

Lo sfogo gli è uscito fuori naturale. Forse per via di quella ragazza cieca che non avrebbe visto l'espressione colma di disprezzo e di schifo del Capitano indipendentista. Oppure la lontananza dal pianeta natio e dalla marziale freddezza alla quale è stato addestrato.
I miei genitori naturali erano uno sciacallo ed una cagna, mentre gli altri due genitori che ho avuto erano delle nullità come i topi che Cortes vuole riempire di piombo.
Sta cercando nella cabina l'enciclopedia cortex e prepararsi alla missione imminente su Boyd's Moon. Non ricorda perfettamente lo slang stretto dei fanghisti. Nell'estrarre quel piccolo pad però cade a terra da dentro il comodino il vecchio anello nero a forma di teschio; ricorda molto il Jolly Roger issato sull'albero dei leggendari pirati della terra che fu. Se lo rigira tra le mani quasi fossero secoli che non rivedesse più quell'oggettino. I ricordi affiorano implacabili. Così come i visi e le parole.
Su questo pianeta, nelle tue condizioni, potevi diventare solo due tipi di uomo, Boris: un inutile minatore di argento o un soldato altamente addestrato; ma siccome sei mio figlio, non saresti mai potuto diventare una nullità.
Se lo ricorda ancora le parole di quel vecchio, dalla pelle nera e con la lunga barba brizzolata. Due denti d'oro, una benda sull'occhio destro, sette orecchini lungo l'orecchio sinistro. John Richards era arrogante e spavaldo anche alla vigilia della sua impiccagione.
Speravo che quella puttana di tua madre ti insegnasse qualcosa su ciò che davvero conta. Ed invece ha permesso che New Moskow ti facesse il lavaggio del cervello.
Un avvoltoio ed una cagna, cosa vuoi che ne sappiano di ciò che conta davvero. Guardati: domani quando smetterai di penzolare dalla forca ti strapperanno via anche i denti d'oro prima di buttarti nelle fosse comuni dei condannati a morte. Sei stato così idiota da farti tradire dal tuo luogotenente.
Sono stato io a consegnarmi all'Intelligence. Per rivederti. Per lasciarti il mio posto. Per farti avere questo.
Si rigira nuovamente l'anello tra le dita.
Mio padre è il Governo, mia madre è Koroleva. Non te, non quella puttana, nè gli idioti che per non sporcarsi le mani si sono arresi alla povertà. Hai fatto male i conti, Richards. Te ne saresti dovuto restare nello spazio con la tua banda di cani. Ma adesso non ha più importanza: domani sarai morto. 
L'anello viene gettato dentro il cassetto, nuovamente. Infila gli occhialetti sul naso e comincia a ripassare quelle poche nozioni dall'enciclopedia.  

lunedì 13 gennaio 2014

Other lives: Brian Ford alias John Richards

Qualcuno che conosceva davvero Brian lo paragona ad una medaglia, della quale una faccia è Nera mentre l'altra "Blue". 

A New London i Ford sono una famiglia ricca ed agiata, arricchitasi grazie a speculazioni finanziarie e poi entrando a far parte degli azionisti della Wayland Ind. Nel 2440 nasce loro un maschio, che sarà anche l'unico figlio. Cresce frequentando le migliori scuole private di New Washington e fin da ragazzino manifesta una spiccata intelligenza ed una fame di avventura, nonchè interesse per i pochi romanzi pirateschi sopravvissuti alla Terra-che-fu. Qualcuno dice persino che avesse fatto conoscenze poco pulite; ma sono voci che vengono a tacere sul nascere. Dopo il diploma, durante un viaggio, la nave passeggeri nella quale si trovava il ragazzo affonda in circostanze misteriose ed il ragazzo viene dato per disperso e morto.

Vincent Xavier è un piccolo pirata che smerciava droga per Baylong e arrotondava con sporadici assalti alle navi trasporto per catturarne i passeggeri e rivenderli come schiavi su Safeport. Il più delle volte erano pochi spiccioli a causa del pessimo carattere di quel Capitano e del suo equipaggio. I membri dell'equipaggio della Wyoming si ritrovano a bordo il giovane John Richards senza neanche sapere come e perchè. Per il capitano Xavier è come se ci fosse sempre stato.

Nei dieci anni successivi, i lineamenti di John si fanno sempre più definiti: i capelli rasati a zero e sul viso color pece una barba nera lunga fin all'altezza dello sterno. Black Richards è uno dei soprannomi che gli vengono affibbiati dai bucanieri. Un bel giorno, stanco di seguire gli ordini di Xavier, decide di ammutinarsi con gran parte dell'equipaggio: uccide il capitano e prende il suo posto al comando dell'Olandese e di quella piccola flotta che contava 1 Tomahawk (la nave ammiraglia) e 4 Wyoming. Le navi dell'Olandese divennero negli anni a seguire flagelli del Columba trovando in quel sistema solare l'appoggio di pianeti come Boros ed Albany, ma guadagnandosi l'ostilità di pianeti come Koroleva e Spartaca.

Molti parlano del capitano dell'Olandese come un uomo arrogante ma brillante, ma privo di qualunque scrupolo. Il suo equipaggio lo temeva tanto quanto i suoi nemici ma nessuno osava ammutinarsi poichè i bottini e le paghe era schifosamente ricchi. Che scendesse su Baylong o su Albany, non si faceva mai vedere privo della compagnia di 3 o 4 schiave/concubine belle e riccamente vestite ed ornate: molti sostenevano che le donne con le quali si accompagnava erano tutte estremamente addestrate all'uso delle armi e che in realtà fossero le sue guardie personali.

Muore a Koroleva, impiccato nella piazza di New Moskow nel 2494 quando una soffiata al Governo moskovita tradisce la posizione del capitano, su Albany. Con la sua morte dell'Olandese se ne perdono le tracce mentre le altre navi della sua piccola flotta personale vengono ripartite tra i restanti membri dell'equipaggio, insieme alle ricchezze. 

Seppure si dica che John Richards sia stato tradito dal suo primo ufficiale e venduto a Koroleva in cambio dell'immunità, alcuni suoi ex ufficiali sostengono che, ormai vecchio e stanco, John si sia consegnato spontaneamente a New Moskow per rivedere suo figlio nella speranza che lui lo susseguisse come Capitano dell'Olandese. Tutt'ora, in ambienti pirateschi, si dice che l'Olandese stia attendendo il ritorno del sangue di Black Richard, nascondendo al suo interno un piccolo tesoro.

John Richards, Koroleva 2475

venerdì 10 gennaio 2014

The last day

Capital City, Gennaio 2516

Dopo che la Marina ha presentato la lista degli sceriffi di Timisoara come prova ha chiesto, ottenendo, due giorni per preparare l'arringa finale; per pensare alla linea conclusiva.
Se patteggiamo, potrebbero ridurti la pena. Ma vogliono tutti i nomi. 
Moloko scuote visibilmente il volto. 
Tu dici sempre: la migliore difesa è l'attacco, fanculo il patteggiamento.
Ed invece Vlad annuisce leggermente.
Era quello che volevo sentirti dire.

E' l'ultimo giorno.
Siede a quel tavolino di fianco alla leafer. 
La barba è stata rasata anche quel giorno per poi passare la piccola macchinetta elettrica sui capelli e sui baffi. Tutto per ostentare una completa ed assoluta sicurezza. Trasmettere la consapevolezza che nonostante quello che ha presentato la Marina, avrebbe fatto uscire la sua cliente in modo pulito. Un completo elegante grigio chiaro, tenuto su una camicia di una colorazione quasi nera. I guanti nascondo le mani rovinate da bruciature, calli e graffi; delle mani completamente diverse da quelle di un comune avvocato. Porta la mano sulla spalla di Moloko; avvicina il viso per sussurrarle qualcosa all'orecchio.
Se perdi, dovrai pagarmi le spese legali.
E tu vedi di non farmi perdere, Volkov.

Dopo aver sentito la testimonianza di Michael Harris, l'ultima testimonianza dell'accusa, il giudice chiede al korolevita di New Moskow se vuole aggiungere qualcosa.
La ringrazio vostro onore. ma vorrei far notare a lei e alla giuria che non una sola parola detta da Mister Harris è vera. Non voglio assolutamente dare del bugiardo a quest'uomo ma, potrebbe essersi sbagliato. Si, è vero, la mia assistita ha mentito in fase di interrogatorio stando alle prove giunte da Timisoara. Ma è davvero possibile affermare che è stata lei ad aggredire il qui presente Harris? E' stata davvero lei a rapirlo e a puntargli una pistola contro? Nessuna prova; nessun elemento evidente. E come la nostra legge afferma: fino a prova contraria, la mia assistita è innocente di tutte le accuse che le sono state fatte carico ad esclusione della falsa testimonianza. Mi rimetto, infine, alla clemenza della corte.
Un cenno di ringraziamento al giudice, uno alla giuria. Il giudice segue l'avvocato nascondendo a fatica la rabbia ed il disprezzo che prova verso di quello. Un uomo di legge che ha passato la vita a difendere i diritti della gente, si trova davanti un uomo che invece ha passato gli anni ad affinarsi sui cavilli legali ed a vincere le sentenze sfruttando la mancanza di prove. Ma con imparziale neutralità, il giudice, annuncia la sentenza.
Innocente.
Con una sanzione monetaria per falsa testimonianza.
Un lieve ghigno di soddisfazione sul viso del diplomat. Gli occhialetti da vista che vengono riposti nella giacca mentre le varie carte tornano dentro la valigetta. Moloko è lì di fianco a sè e la guarda. Non si estende in effusioni emotivi di gioia e di vittoria: ma la guarda con un'accesa soddisfazione.
E' ora di tornare a casa, Cortes.
Solo quelle poche parole. E' l'ultimo giorno. Se avessero patteggiato, probabilmente sarebbe potuta andare diversamente.

giovedì 2 gennaio 2014

Twenty years later

New Moskow, Dicembre 2495

I servizi segreti planetari avevano passato i giorni precedenti a torturare vecchi e giovane, uomini e donne, di un presunto ordine religioso cattolico. Le voci si rivelarono vere: al di sotto di una vecchissima struttura si diramavano diversi vicoli che fungevano da asilo e da chiesa per gli appartenenti all'ordine.

La mappatura dei cunicoli fu efficiente così come l'organizzazione dei soldati: vennero mandati i più giovani perchè secondo fonti sicure non ci sarebbero dovute essere complicazioni.

Venti uomini con la divisa scura del FOM, fascia rossa sul braccio sinistro e le spalline con i gradi della stessa colorazione della fascia. Sul berretto militare in testa il simbolo della bandiera korolevita. Vennero affidati ai comandi di un Caporale minore.

Quando fecero irruzione nella struttura non trovarono resistenza, così come non trovarono resistenza durante tutta la messa in sicurezza dei vicoli sotterranei: erano le prime luci del venticinque e tutti quei credenti, quegli insurrezionali, erano pacificamente radunati in una piccola e vecchia cantina sistemata a chiesetta. Venne intimato a tutti di mettersi faccia a terra e con le mani dietro la nuca.
Ordini, Caporale?
Fucilateli tutti e bruciamo questa topaia.
Disubbidire all'ordine equivaleva ad essere fucilati in piazza. Ma nessuno lì dentro sembrava davvero intenzionato a disertare agli ordini o a prendere le difese dei poveracci chiusi lì sotto. Non ci fu nessun processo: uomini, donne, vecchi e bambini vennero fucilati a sangue freddo. Poi quando tutti i soldati furono fuori dalla struttura, questa venne bruciata e, assicurati che tutti gli accessi sotterranei fossero stati sigillati, rasa al suolo. Ufficialmente quella struttura era stata considerata pericolante e instabile. I cento cadaveri di quel 25 dicembre del '95 furono dati per dispersi.


Sunset Tower, Gennaio 2516

E' notte fonda. Esplosivi artigianali hanno causato un incendio nella baraccata: ragazzini che, per festeggiare il primo giorno del nuovo anno, ora hanno chi un braccio, chi una gamba, chi una testa in meno. Difficile che qualcuno di loro supererà la notte. Quando l'incendio è stato domato, lo sceriffo capo ha congedato parte degli sceriffi e dei deputy invertendo qualche turno; poi se ne è tornato nella Almost Home.

Ha preso posto in cambusa, da solo, dando le spalle all'ingresso e osservando fuori dalle paratie il deserto roccioso di Safeport. Qualcuno forse si è affacciato dalla porta d'ingresso ma trovandosi contro le grosse spalle dell'uomo magari si ritirato nuovamente sul ponte di comando.

Non la pilota di Madrida: lei entra e sposta una sedia di fianco al superiore. Si siede e si accende una cheltenham: un sorriso leggero e senza pretese che sbatte contro il muso nero, duro ed inespressivo.
Hai bisogno di qualcosa, Tyler?
Ti ricordi il primo gennaio del dieci?
Eravamo in trincea.
Aye. E con uno di quei tuoi fottuti sorrisetti del cazzo, ci dicesti che se volevamo festeggiare il primo dell'anno, avevamo tutto l'esplosivo che ci serviva e i coriandoli ce li avrebbero messi le BlueJacks.
Negli occhi di Vlad però manca il coinvolgimento emotivo, come se quella storia non gli appartenesse realmente. Scuote il capo lasciando il contatto degli occhi di Sarah. Sbuffa, si alza dalla sedia e inforca la sigaretta tra le labbra. Poi gli si piazza davanti e di fronte. Secondo di silenzio e di nuovi sguardi diretti e intensi.
Fuckyou Volkov!
Ma deve arrendersi anche lei davanti a quell'uomo. Il rumore delle suole sul pavimento metallico arrivano fino alle scalinate del catwalk, poi tutto torna a tacere per un'altra ora.