martedì 5 novembre 2013

Blackcoat

Sweet Waters, Marzo 2511

In quegli ultimi mesi di conflitto su Shadetrack, l'inferno sembrava essere sceso in terra.
Mentre i bombardamenti incendiavano le trincee ed i campi ed i diserbanti chimici avvelenavano cibo ed acqua, soldati e civili cadevano per le infezioni causate dalle ferite e per il tifo 2 che si diffondeva a macchia d'olio. Nel marzo dell'ultimo anno della guerra, l'Alleanza aveva ormai costretto alla resa tutte le regioni di quel pianeta ormai stremato.

E mentre l'Alleanza tentava di catturare i soldati indipendentisti rimasti in vita, i Browncoat si radunavano nei pressi degli ultimi campi militari rimasti in piedi per organizzare la ritirata su Hera dove ormai la guerra infuriava con furia.

Poco fuori il Mitchell Ranch una fabbrica tessile in disuso dal settembre del 2510 era diventato il centro operativo di parte dell'esercito Indipendentista nella fase finale della guerra. In quegli ultimi giorni le mucchie di cadaveri bruciati erano la principale fonte di illuminazione notturna mentre velocemente le ultime Tomahawk lasciavano l'orbita planetaria.

La fabbrica tessile era nera e quasi completamente distrutta. Le vetrate barricate ed i mattoni riutilizzati per fortificare le barricate esterne. All'interno i lettini sporchi di sangue riempivano i due terzi della struttura. 

Lo trovarono lì, tra quei lettini, intento a strappare la fodera esterna del proprio browncoat mentre ai propri piedi una piccola massa di abiti neri erano stati scuciti e ammucchiati.

Signore, ci ha chiamati?
Di quella dozzina di uomini e donne, dai 20 ai 40 anni, solo un ragazzo biondino si arrischia a richiamare l'attenzione del Comandante, osservandolo interdetto con l'unico occhio scoperto da una fasciatura medica ancora sporca di sangue.
Avvicinatevi.
La risposta ha un accento scuro e freddo, severo oltre che sporcato da un accento russo di Koroleva ben evidente. Solleva gli occhi scuri, abbandonando quel lavoro di "restauro" del proprio coat tramite ago e filo, e passando in rassegna ad uno ad uno i visi dei soldati raccolti a pochi metri da lui. Alcuni non lo guardano in faccia, altri sembrano spaventati da quell'uomo dalla pelle nera; qualcuno non sembra riconoscerlo.
Noi siamo ciò che resta del secondo distaccamento nella Sweet Waters, sesto reggimento Columba. Il Colonnello è morto, l'Ammiraglio ed il resto del nostro reggimento ci aspettano a Serenity Valley. Finchè non ci ricompatteremo, sarò il vostro Primo Ufficiale. 
Il silenzio è tale che si potrebbe sentire il crepitio dei corpi che bruciano fuori la fabbrica.
Ho sentito molti di voi considerare l'idea di lasciare la guerra e di restare qui, su questo pianeta. Di arrendervi, di piegarvi.
La donna che prende parola è giovane, vent'anni forse, forse meno. Trema; gli occhi sono lucidi di lacrime che non ha ancora smesso di versare. Il suo accento è quello di Shadetrack, di Madrida; capelli castani, quasi rossicci: prima della guerra probabilmente aiutava i propri genitori - ora morti chissà dove - a mandare avanti un piccolo ranch.
Sono morti tutti, Signore. Ci hanno portato via tutto. Io - la frase viene rotta dalle lacrime della ragazza; il giovane con la benda la stringe, qualcun'altro abbassa lo sguardo. - io voglio solo seppellire mio fratello.
Ti cattureranno, Soldato! - Il Comandante si rimette dritto, si avvicina a lei con sguardo severo e privo di qualsiasi empatia emotiva. - Ti sbatteranno a Fargate per aver difeso la tua gente; morirai in una di quelle celle, con un cappio al collo che tu stessa rimedierai. 
Sono già morta, Signore. Non ha più senso vivere! Ci hanno lasciato solo la cenere e morte.
La ragazza sta quasi per andare via; altri uomini si tolgono il browncoat e lo abbandonano a terra. Ma è in quel momento che il Comandante recupera il proprio browncoat, parzialmente coperto da un tessuto nero. L'indossa: batte due poderosi colpi sul proprio petto.
C'è chi ha perso tanto, chi ha perso tutto. Ma siamo vivi. 
La voce è così alta che per tutta la stanza rimbomba con prepotenza. Nessuno indietreggia, nessuno gli da le spalle. Tutti restano a guardarlo in silenzio.
Volevano sottometterci: non ci sono riusciti. Volevano ucciderci: sono stati costretti a bombardarci per mesi interi perchè non erano in grado di colpirci in petto! Volevano fermarci: chi era con noi ha preferito morire piuttosto che arrendersi e fermarsi; voi siete vivi e volete ritirarvi?!
Man mano che quell'uomo parla, qualcuno stringe le mascelle, i pugni; chi aveva buttato il coat lo raccoglie.
Ci hanno lasciato solo morte e cenere...e noi ce li porteremo a Serenity Valley! Addosso, sui nostri coat. Le BlueJacks impareranno ad avere paura di noi, dei nostri fucili e del colore dei nostri coat. Non faremo prigionieri, non avremo pietà. Li affogheremo nella terra così come loro hanno cercato di fare con noi nella cenere.
Resta in silenzio; indietreggia. Recupera uno dei feltri neri che va ad allungare alla ragazza che, come gli altri soldati, sembra aver riacquistato una nuova determinazione.
Restate e combattete. Per i vivi, per i morti, per l'Indipendenza! 

Dopo il discorso del Comandante di New Moskow, nessuno di quei soldati uscì da quella fabbrica senza indossare un coat nero. Nessuno di loro lasciò quel pianeta nello stesso modo in cui vi erano arrivati o come vi erano cresciuti. Ed i Blackcoats indossati da quei soldati ben presto, a Serenity Valley, cominciarono a spiccare tra i browncoat di tutti gli altri.